lunedì 20 febbraio 2012

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Le mie schegge hanno un nome.
Le mie mani raccontano di me, i calli sono la ruvida risposta ai legni che lavoro. È una questione di principio, quasi a voler dire che sono più dure loro, del più duro del legno.
Le mie schegge hanno nome, cognome, facce e identità, e per qualcuna conservo anche un indirizzo.
Indice sinistro: rovere, signora Tamanti, via Tigrè 15, 5° piano. una porta scorrevole.
Pollice sinistro: noce tanganica, Giglioli, via Tripolitania 136, forse 4° piano, una mensola.
Medio destro: wengè, il più stronzo dei legni, Ingelido, via Tripolitania 243, 2° piano, una porta scorrevole.
Mignolo destro: mogano, convento a viale delle Province, un palco.
I clienti dicono di me che sono " veramente una brava persona, un bravissimo ragazzo, sempre disponibile ed educato".
Già. Per carità, fa piacere.
La realtà è che sono un assassino. Ho ucciso innumerevoli volte, con un sorriso, la loro arroganza, la loro maleducazione, la loro presunzione, la loro prepotenza e quanto di più vile ho letto spesso tra i loro modi di esprimersi ed il linguaggio del loro corpo.
Poi la scheggia se ne va e con lei il ricordo del proprietario, e rimane la cicatrice in memoria del lavoro.
Non faccio distinzioni tra clienti buoni o cattivi. Ma di clienti buoni ce ne sono pochi.
Nella mia vita ho sempre sentito il bisogno di avere un senso d'arte in quello che facevo, in ogni mio lavoro. Anche il più apparentemente stupido, lo accompagnavo con questo pensiero, con questo obiettivo.
Mi ci aggrappavo, con tutto me stesso, più che un bisogno una necessità, non ne potevo fare a meno.
È una chiave di lettura, un modo d'essere, mi spinge in alto, mi fa volare libero, leggero.
Trovo l'arte in diverse cose, è un attitudine, con il tempo scopri di esserne circondato, e se metti le lenti giuste la trovi ovunque. 
Non è una canzone, né un dipinto, né una scultura, né una poesia, non solo. È celata sotto la superficie di ogni cosa, ed ha un anima libera solo per chi riesce a scoprirla, ha occhi per chi sa osservare, ed udito per chi è più disposto ad ascoltare che a dire.
Credere è arte. Il coraggio è un arte. La rivoluzione è arte, il sesso, il libero pensiero, il viaggio, l'avanguardia, l'amore è un arte.
Sorridere è un arte, ma anche saper piangere è un arte. La vita è arte, ma viverla nel suo pieno rispetto è la più nobile delle arti.
Non ho ancora ben capito il mio scopo qui, ma star bene mi basta, per ora.
Le mie schegge hanno un nome, e per quanto possano sembrare intrusi nelle mie mani senza pagare affitto, le lascio stare, tanto, prima o poi, trovano sempre la strada per andar via, da sole.